Ecco un altro modo verbale che, dopo il congiuntivo, crea spesso molti dubbi in chi sta imparando l’italiano: il condizionale italiano.
Cos’è il condizionale italiano?
Si tratta di un modo verbale che serve ad indicare un evento che si verifica solo a determinate “condizioni” (da cui appunto la parola condizionale).
Prima di vedere come e quando usarlo, dobbiamo distinguere il condizionale italiano in due tempi: presente e passato. Vediamo insieme come usarli!
Il condizionale italiano presente
Il condizionale presente, detto anche semplice, si usa nei seguenti casi.
Per esprimere un desiderio
Ad esempio:
-
Mi piacerebbe venire con voi.
-
Vorrei tanto una bella casa al mare.
Per esprimere un’opinione
Ad esempio:
-
Credo che sarebbe bello andare insieme.
Per dare un consiglio
Ad esempio:
-
Sarebbe meglio partire presto domani mattina.
-
Dovresti farti visitare da un medico per quella tosse.
Per chiedere qualcosa gentilmente
Ad esempio:
-
Mi passeresti il sale per favore?
Per esprimere un dubbio
Ad esempio:
-
Cosa potremmo fare adesso?
Per esprimere una possibilità o supposizione
In questo caso il condizionale italiano viene usato per lo più insieme al congiuntivo imperfetto nel periodo ipotetico di secondo tipo. Ad esempio:
-
Se non piovesse, potremmo andare al mare.
-
Sarei davvero felice se tu venissi con me.
Per riportare delle notizie
Viene usato molto ad esempio nel linguaggio giornalistico, quando si vogliono riportare delle notizie non confermate o delle voci di corridoio:
-
Le vittime dell’incidente sarebbero almeno 12.
Come si forma il condizionale italiano presente?
Se sai già formare il futuro indicativo italiano, sarà più semplice per te usare il condizionale, in quanto seguono le stesse regole ed eccezioni. Cambiano però le desinenze, che sono:
-EI
-ESTI
-EBBE
-EMMO
-ESTE
-EBBERO
In generale, se non hai ancora confidenza con il futuro indicativo, ecco alcune regole di base per le 3 coniugazioni.
I verbi regolari della seconda (-ERE) e terza coniugazione (-IRE) restano invariati, si toglie solo la E finale del verbo all’infinito e si aggiungono le suddette desinenze (es: prendere = prenderei; salire = salirei).
Per la prima coniugazione, invece, la A di -ARE diventa una E (es: salutare = saluterei).
Qualche eccezione
Come per ogni regola della grammatica italiana, ci sono sempre le eccezioni. Eccone alcune.
Innanzitutto la coniugazione dei verbi essere ed avere è irregolare e bisogna conoscerla bene anche per poter poi formare il condizionale passato:
Alcuni verbi della prima coniugazione non cambiano la A in E, come:
- dare = darei
- fare = farei
- stare = starei
I verbi in -CARE e -GARE aggiungono una H dopo la C o la G, mentre quelli in -CIARE e -GIARE perdono la I:
- navigare = navigherei
- giocare = giocherei
- lanciare = lancerei
- mangiare = mangerei
Ci sono poi alcuni verbi della seconda coniugazione (-ERE) che perdono sia la prima che la seconda E, proprio come avviene col verbo avere. Questi verbi sono:
- potere = potrei
- dovere = dovrei
- sapere = saprei
- vivere = vivrei
- cadere = cadrei
- vedere = vedrei
Anche se il verbo andare è della prima coniugazione, si comporta allo stesso modo:
- andare = andrei
Infine, alcuni verbi perdono parte della radice che viene sostituita da una doppia R. Ecco quali sono:
- volere = vorrei
- bere = berrei
- venire = verrei
- mantenere = manterrei
- tenere = terrei
- rimanere = rimarrei
Il condizionale italiano passato
Formare il condizionale italiano passato, detto anche composto, è molto semplice: basta usare il condizionale presente dei verbi essere e avere (a seconda dell’ausiliare che regge il verbo utilizzato) e il participio passato del verbo. Ad esempio:
- sarei andato – sarei stato – sarei sceso
- avrei finito – avrei mangiato – avrei continuato
Quando si usa il condizionale italiano passato?
Il condizionale passato lo usiamo in linea di massima negli stessi casi del condizionale presente, solo riferendoci ad eventi passati ovviamente. L’unico caso tra quelli che abbiamo visto in cui non si usa è per chiedere qualcosa gentilmente.
Vediamo qualche esempio.
Desiderio
-
Avrei tanto voluto essere un po’ più alto.
Opinione
-
Mi dispiace che non c’eravate. Credo che sarebbe stato bello potersi incontrare di nuovo tutti.
Consiglio
-
Avresti dovuto darmi ascolto.
Dubbio
-
Non so cos’altro avrei potuto fare per risolvere la situazione.
Possibilità (o meglio impossibilità)
In questo caso il condizionale italiano passato è usato nel periodo ipotetico di terzo tipo insieme al congiuntivo trapassato, per esprimere una situazione che non si è presentata nel passato, ossia un’impossibilità:
-
Se solo mi avessi chiesto, ti avrei spiegato tutto (ma non l’ho fatto perché non si è presentata la condizione della frase secondaria “se solo mi avessi chiesto”).
Riportare notizie
-
Il vicino avrebbe visto il presunto killer introdursi in casa della vittima dalla finestra.
Futuro nel passato
Ecco un altro uso del condizionale italiano passato, che troviamo solo nella lingua italiana (in inglese come in altre lingue ad esempio si usa il condizionale presente a questo scopo). Serve ad esprimere un’azione posteriore ad un’altra azione ambientata nel passato.
È un uso piuttosto comune nel discorso diretto al passato. Ad esempio:
-
Voleva sapere dove saremmo andati in vacanza.
-
Gli ho chiesto cosa avrebbe fatto il giorno dopo.
Condizionale e congiuntivo: come relazionarli
Un errore molto comune per chi studia l’italiano, ma anche – ahimè! – per i madrelingua, è quello di confondere il condizionale italiano con il congiuntivo. Si tratta di due modi verbali molto diversi, anche se è facile fare confusione, anche perché vengono usati molto spesso insieme.
Il congiuntivo, detto anche il modo della soggettività, serve ad esprimere eventi o azioni incerte, non sicuri, ipotetici, che non si sa se avverranno o meno.
Anche il condizionale esprime azioni o eventi incerti, ma che avverranno certamente al verificarsi di determinate condizioni.
Nei periodi ipotetici i due modi vengono usati nella stessa frase:
-
Se mi dicessi la verità, sarei molto contento.
In questa frase il congiuntivo “dicessi” esprime un’azione che non si sa se avverrà o meno, perché non so ancora se tu mi dirai la verità. Il condizionale “sarei” esprime un evento che si verificherà con certezza a patto che si verifichi la condizione espressa dal congiuntivo.
Lo stesso discorso vale al passato:
-
Se tu fossi arrivato in tempo, non avremmo perso il treno.
L’azione espressa dal congiuntivo (fossi arrivato) in questo caso sappiamo che non è mai avvenuta, ma che, nel caso fosse avvenuta, si sarebbe certamente verificata l’azione espressa dal condizionale (non avremmo perso il treno).
Hai domande sul condizionale italiano?
Scrivimi nei commenti i tuoi dubbi e sarò felice di risponderti!
Ecco qui alcuni esercizi con cui potrai esercitarti ed interiorizzare meglio il condizionale italiano!
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Grazie Simone
Questa missione e perfetta perche ho appena cominciare a impegnare il condizionale con la mia insegnate. Mi trovo i tuoi podcasts molto interessante e ogni volta ho imparato le cose nuove.
Un anno fa, ho deciso di imparare italiano anche potrei fare il mio discorso in italiano al matrimonio di mia figlia a un milanese l’ottobre scorso. L’ho fatto grazie alla mia insegnate meravigliosa, Marika Prina (https://marikaprina.com) e il tuo Simple Italian Podcast.
Buon viaggio in Brasile e Uruguay
Joe Pelissier