L’argomento di cui ti voglio parlare oggi è piuttosto avanzato, si può anzi dire che è forse l’argomento più temuto da chi studia la grammatica italiana: il congiuntivo italiano. Non si può però dire di conoscere la lingua finché non si sa usare questo modo verbale apparentemente così ostico, seppur molto importante.
Sul congiuntivo italiano si potrebbe parlare per ore. In questo articolo però non voglio caricarti di informazioni lunghe e complicate. Il mio scopo è quello di introdurti al congiuntivo italiano in modo da poterlo riconoscere e, con un po’ di pratica, iniziare ad usarlo al momento giusto quando parli italiano.
Cos’è il congiuntivo italiano?
Il congiuntivo italiano si utilizza per “congiungere” la frase subordinata a quella principale. Viene chiamato anche il modo della soggettività, e si distingue dal modo indicativo proprio perché ci permette di esprimere opinioni, ipotesi, desideri, dubbi e stati d’animo in generale. In pratica tutto il nostro mondo interiore e soggettivo.
Lo troviamo principalmente nelle frasi subordinate, cioè quelle frasi che non possono stare da sole ma dipendono da un’altra frase, detta principale. Tuttavia, in alcuni casi, possiamo trovarlo anche in alcune frasi principali. Più avanti vedremo quando.
Solitamente è preceduto da “che” o “se”, ma ci sono anche delle eccezioni.
Congiuntivo e indicativo: come distinguerli
In generale, distinguiamo il modo congiuntivo da quello indicativo in quanto il primo esprime incertezza, probabilità, opinioni, dubbi, desideri e aspettative, mentre il secondo è il modo della certezza e della realtà.
Prendiamo ad esempio queste due frasi:
-
Sono sicuro che lui sta bene.
-
Non sono sicuro che lui stia bene.
Hai già colto la differenza tra queste frasi?
Nella prima stiamo esprimendo una certezza (sono sicuro), mentre nella seconda un dubbio (non sono sicuro). È molto importante cogliere questa differenza, perché è facile cadere in questo errore (e anche molti parlanti di madrelingua italiana ci cascano!).
Un altro esempio:
-
So che sei bravissimo (certezza: indicativo)
-
Penso che tu sia bravissimo (opinione: congiuntivo)
-
Non penso che tu sia bravissimo (dubbio: congiuntivo)
Vediamo adesso quando usare il congiuntivo italiano
Possiamo raggruppare i casi in cui usare il congiuntivo in 6 categorie principali: opinione, incertezza o dubbio, volontà o desiderio, stati d’animo, insieme a verbi ed espressioni impersonali e con aggettivi e pronomi indefiniti.
Vediamo un po’ più nel dettaglio queste categorie.
Verbi di opinione
Il congiuntivo lo troviamo accompagnato da verbi di opinione, come: penso che, credo che, immagino che, può darsi che, è possibile/probabile che, ecc. ecc.
-
Immagino che tu non voglia venire, giusto?
-
È possibile che domani loro vadano al mare.
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Può darsi che oggi pomeriggio piova.
Verbi che esprimono dubbio o incertezza
Possiamo trovarlo inoltre con verbi che indicano dubbio o incertezza, come ad esempio: dubito che, non sono sicuro che, non so se, non sapevo che, ecc. ecc.
-
Non sapevo che tu suonassi il pianoforte.
-
Dubito che Lucia sappia ballare bene.
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Non siamo sicuri che Mario abiti proprio qui.
Volontà o desiderio
Il congiuntivo italiano si usa anche con i verbi che esprimono una volontà o un desiderio, come: preferisco/preferirei che, voglio/vorrei che, desidero/desidererei che, mi piacerebbe che, ecc. ecc.
-
Vorrei tanto che tu non fossi così egoista.
-
Preferisce che lo passiamo a prendere noi.
-
Mi piacerebbe che Giulia e Andrea tornassero insieme.
Verbi che esprimono stati d’animo
Lo troviamo anche con verbi che esprimono stati d’animo, come felicità, tristezza, speranza, paura, dispiacere… Ecco alcuni esempi:
-
Mi dispiace che tu non possa venire alla festa.
-
Laura è contenta che tu l’abbia chiamata.
-
Ho paura che lui stia mentendo.
Il congiuntivo italiano con verbi ed espressioni impersonali
Si tratta di verbi o espressioni che non hanno un soggetto e che indicano ad esempio un’opinione o una necessità, come: è necessario che, sembra che, bisogna che, è importante che, pare che, vale la pena che…
-
Sembra che il tempo sia migliorato.
-
Bisogna che tu venga qui il prima possibile.
-
È importante che gli alunni imparino bene il congiuntivo.
L’uso del congiuntivo italiano con aggettivi e pronomi indefiniti
Usiamo il congiuntivo italiano, inoltre, quando è preceduto da aggettivi e pronomi indefiniti, cioè che non si riferiscono a qualcuno o qualcosa nello specifico: chiunque, qualunque, qualsiasi, dovunque, comunque, ecc. ecc.
-
Comunque vada sarà un successo.
-
Chiunque arrivi in ritardo non potrà partecipare alla riunione.
-
Dovunque noi andiamo loro ci seguono.
Altri esempi di uso del congiuntivo italiano
Ci sono anche altri casi in cui possiamo trovare il congiuntivo italiano.
Ad esempio viene usato in presenza di congiunzioni come sebbene, nonostante, benché, affinché, malgrado, purché, a condizione che, come se, prima che, senza che…
-
Affinché l’evento vada per il meglio ho programmato tutto nei dettagli.
-
Cerco di chiamarlo prima che esca di casa.
-
Sebbene io sembri contento, in realtà sono deluso.
Lo troviamo con espressioni come “il/la… più… che (… mai)”:
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Questo è il quadro più bello che io abbia mai visto.
-
Sei la ragazza più simpatica che abbia mai conosciuto.
Con le domande indirette:
-
Gli ho chiesto se gli piacesse la parmigiana.
-
Voleva sapere se fossi disponibile.
Dopo un pronome relativo, quando non viene specificata la cosa o la persona:
-
Gli piace frequentare solo gente che gli assomigli.
-
Mangia tutto ciò che non sia di origine animale.
Infine nel periodo ipotetico di secondo e terzo tipo, seguito da “se”:
-
Sarei venuto se avessi potuto.
I tempi del congiuntivo
Per il congiuntivo abbiamo 4 tempi: presente, passato, imperfetto e trapassato. In questo articolo non entrerò molto nel dettaglio delle varie declinazioni, ma voglio darti un’idea per poter coniugare facilmente almeno i verbi principali.
Il congiuntivo italiano presente
Il congiuntivo presente mantiene la stessa coniugazione per le prime 3 persone singolari, per le quali viene solitamente indicato il soggetto. La prima persone plurale è invece uguale al presente indicativo.
Ecco un esempio di verbi regolari al congiuntivo per le tre declinazioni:
-
È importante che tu parli se vuoi dire qualcosa.
-
La mamma di Alfredo non vuole che lui dorma fino a tardi.
In generale, se un verbo è irregolare all’indicativo presente, è irregolare anche al congiuntivo: andare = che io vada; bere = che io beva; finire = che io finisca; venire = che io venga; ecc. ecc.
-
Giulia desidera tanto che tu venga.
-
Ovunque io vada, lui c’è sempre.
Il congiuntivo passato
Il congiuntivo passato si riferisce ad eventi che potrebbero già essere accaduti. Si forma con il congiuntivo presente di “essere” e “avere” più il participio passato del verbo.
Per poter usare bene il congiuntivo passato è importante conoscere la coniugazione di “essere” e “avere”:
-
Credo che Sara se ne sia già andata.
-
Non so cosa sia successo prima.
-
È probabile che tu abbia frainteso quello che ho detto.
-
Spero che loro non abbiano dimenticato il regalo.
Il congiuntivo imperfetto
Il congiuntivo imperfetto italiano si usa principalmente in frasi ipotetiche nel presente, in combinazione con il modo condizionale nella frase principale (avrei, sarei, potrei…):
-
Sarei molto contento se tu arrivassi in orario.
-
Non te lo chiederei se non fosse necessario.
Può anche essere usato nei vari casi in cui si usa il congiuntivo presente, solo che con riferimento ad eventi già passati:
-
Marco è venuto, nonostante nevicasse.
-
Desideravo tanto che voi veniste con noi.
Il congiuntivo trapassato
Come il congiuntivo imperfetto, anche il congiuntivo trapassato si usa nelle frasi ipotetiche, ma con riferimento ad eventi passati o impossibili, mai avvenuti. Si forma con il congiuntivo imperfetto dei verbi “essere” e “avere” più il participio passato del verbo.
Ecco alcuni esempi:
-
Se lui fosse arrivato in tempo non avremmo perso l’autobus.
-
Se non ti avessi chiamato ora non saresti qui.
Il congiuntivo italiano nelle frasi principali
Finora abbiamo incontrato il congiuntivo italiano nelle frasi subordinate, ma ci sono alcuni casi in cui questo modo verbale si utilizza anche per le frasi principali, ossia in maniera autonoma. Vediamo qualche esempio.
Per esprimere un dubbio o una possibilità sotto forma di domanda:
-
Che sia forse questo il momento giusto?
Per esprimere un desiderio, molte volte accompagnato da “magari”:
-
Magari venisse anche lui per una volta!
Per fare un augurio:
-
Possiate essere sempre felici!
Possiamo trovarlo anche in esclamazioni del tipo:
-
Sapessi quanto impegno ci ha messo!
-
Vedessi com’è bello il mare qui!
Troviamo il congiuntivo anche per esprimere un invito, un’esortazione, una concessione, o anche al posto dell’imperativo nella terza persona singolare e plurale e nella forma di cortesia:
-
Faccia Lei, non mi interessa.
-
Che continuino loro, io mi fermo qui.
-
Vada subito via!
Quando non usare il congiuntivo italiano
Ci sono alcuni casi in cui non si usa il congiuntivo.
Usiamo l’indicativo, ad esempio, nel caso già citato in cui si esprime una certezza e non un dubbio:
-
Sappiamo che vuoi farlo davvero.
Nota anche qui la differenza con la frase simile, in cui invece esprimiamo un dubbio:
-
Non sappiamo se tu voglia farlo davvero.
Usiamo sempre l’indicativo, inoltre, dopo probabilmente, a mio avviso, secondo me, forse, per me, ecc., anche se si esprime un dubbio o un’opinione:
-
Per me lui non è adatto a questo lavoro.
-
Probabilmente l’autobus è già passato.
-
Forse non è andata proprio così.
Inoltre, quando il soggetto della frase principale e quella subordinata è lo stesso, non si usa il congiuntivo, bensì di + infinito:
-
Non sono sicuro di voler andare (invece di: Non sono sicuro che io voglia andare)
Questo è in breve il congiuntivo italiano
Ora tocca a te esercitarti e creare qualche esempio: scrivilo nei commenti e, se hai qualche dubbio, non esitare a chiedere!
Qui di seguito puoi trovare degli esercizi che ti aiuteranno a interiorizzare meglio il congiuntivo italiano.
Buon divertimento!
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Salve. Ho letto la frase:”Non v’è dubbio alcuno che sia stata una bella festa…”. Quel “sia stata” è corretto trattandosi di espressione impersonale con “è più aggettivo’ oppure sarebbe più giusto l’indicativo “è stata” poiché trattasi pur sempre di un’affermazione? Grazie e buona serata.
Ciao Simone! Ho letto l’articolo. Per ora solo mi sto concentrando nel congiuntivo presente. Credo che sia la miglior maniera per me.
Grazie mille Luz! Yesss, mi sembra una buona strategia, un passo alla volta e ci siamo 🙂