Ah, stiamo registrando. Ciao ragazzi, benvenuti e bentornati. Stavo cantando, stamattina mi sono svegliato con questa canzone in mente, “Ode an die Freude” di Beethoven, l’Inno alla Gioia in italiano.

Mi ricordo ancora che, in una vita passata tanto, tanto tempo fa, quando vivevo a Linz, in Austria, avevo deciso che volevo imparare a suonare l’armonica, l’armonica a bocca, quella che, appunto, si mette in bocca e si suona in qualche modo. E avevo trovato un insegnante. Avevo trovato un insegnante e mi sembra che una volta a settimana io andassi, appunto, da questo insegnante a prendere lezioni di armonica.

Poi, per un motivo o per l’altro, ho un po’ smesso ed è una delle cose che sono rimaste sulla mia lista di cose che vorrei fare, ecco, ricominciare a suonare l’armonica a bocca. Mi ha sempre affascinato, mi è sempre piaciuta molto l’armonica, perché puoi averla sempre con te, puoi, dovunque tu sia nel mondo, io sono sempre da qualche parte, puoi portarti dietro l’armonica.

Tra l’altro, per un po’ di tempo, l’ho fatto. Quindi viaggiavo, prendevo l’aereo e avevo l’armonica con me. Qual è il problema? Visto dal metal detector, l’armonica sembra il caricatore di una pistola. Quindi tutte le volte mi fermavano e mi dicevano:  Apri la borsa. Che cos’hai dentro la borsa?

Quindi dopo due volte che, diciamo, mi hanno fermato in questo modo e mi hanno guardato male, allora sorridevo e gli dicevo: Ah, è un’armonica. E allora capivano, no? Mi dicevano, ah, ok ok, ha un’armonica. Quindi poi tiravo fuori l’armonica, ecco.